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amor di bufo

Amor di bufo

 

Come ogni anno, forse quest’anno con un certo anticipo dato l’andamento anomalo della stagione invernale, si assiste in queste settimane anche nelle nostre zone alla periodica migrazione degli anfibi (rane, rospi, tritoni…) spinti dall’istinto riproduttivo ad abbandonare, dopo il lungo letargo invernale, i boschi e le montagne. Da marzo alla metà di maggio questi umidi animaletti scendono in massa alla ricerca di corsi d’acqua, meglio ancora se  stagni o pozze, dove depositare le uova dando vita a una generazione di individui… Questa trasmigrazione silente e discreta, ma numericamente considerevole, ha luogo dopo l’imbrunire, quando cala l’umido velo della sera sui boschi e i prati, già pervasi dal primo alito della primavera.

 

Pochi forse sono a conoscenza che gli anfibi sono oggetto di rigide disposizioni regionali per la loro tutela e la conservazione: la Regione Lombardia in particolare, fin dal 1977 ha disposto misure protettive per evitarne l’estinzione in quanto importantissimi elementi per l’ecosistema (1). Gli anfibi in generale e i rospi in particolare sono grandi divoratori di insetti e invertebrati che rischierebbero di infestare intere zone acquitrinose, alterandone gli equilibri.

Ogni anno si consumano vere e proprie stragi di anfibi: durante la loro romantica corsa verso stagni e pozze o, dopo la deposizione delle uova, quando ripercorrono il tragitto al contrario risalendo i boschi, moltissimi esemplari perdono la vita schiacciati dalle auto che transitano indifferenti, troppo spesso ad alta velocità, lungo strade di campagna poco illuminate (2).

Le Guardie Ecologiche Volontarie (G.E.V.)  istituite dalla Regione Lombardia per la tutela del suo patrimonio naturalistico, si impegnano annualmente alla salvaguardia degli anfibi, edificando “barriere” di contenimento talvolta lunghe diverse centinaia di metri a delimitare le strade oggetto dei fatali attraversamenti. In particolare nelle serate di pioggia, quando l’umidità impregna i boschi, l’esercito di anfibi si muove in massa: centinaia di esemplari animati da un istinto irrefrenabile discendono determinati i pendii. Le barriere dislocate lungo i perimetri delle strade fanno loro da ostacolo invalicabile, salvandone la vita (3). Non è raro in queste sere incontrare le G.E.V., dotate di lampade e giubbotti catarifrangenti, impegnate a recuperare al di qua delle barriere, a enumerare e classificare i singoli individui per poi trasportarli al di là delle strade e deporli negli stagni, meta del loro lungo migrare.                                              

Ho avuto modo di partecipare a questa opera di salvataggio nel mio passato di G.E.V.: osservare da vicino questi animali timidi e dalle forme “preistoriche”, indifesi eppure così determinati è stato uno spettacolo unico. I rospi viaggiano frequentemente “in coppia”: le femmine, di dimensioni decisamente più abbondanti rispetto agli esemplari maschi (tonde e ben tornite, potrebbero essere un buon modello per l’artista colombiano Fernando Botero…), si muovono un po’ impacciate con il loro compagno letteralmente appiccicato sul dorso, impegnato in un abbraccio appassionato e un tantino comico… La romantica unione  perdura per tutto il periodo dell’accoppiamento e della deposizione delle uova. Le uova sono contenute in lunghi cordoni gelatinosi che si avviluppano alle alghe e alle altre piante acquatiche presenti nello stagno. I cordoni possono contenere anche migliaia di puntini neri che si trasformeranno dopo circa tre mesi, subendo una serie di incredibili metamorfosi, in nuovi individui. Vedere queste creature lanciarsi nella quiete notturna dello stagno e nuotare con movimenti lenti e fluidi nelle acque dense illuminate dai fasci di luce un po’ invadenti delle nostre lampade elettriche, è un’immagine che resta impressa nella memoria e riempie di soddisfazione e quasi orgoglio che ben compensano il tempo dedicato all’impresa e riscaldano il cuore contro l’umidità assorbita… Fa da sottofondo l’acuto gracidio composto da innumerevoli voci che risuona continuo e quasi ossessivo: uno struggente canto d’amore che ogni anno si rinnova contro la minaccia di estinzione…

Dunque, notturni automobilisti distratti e frettolosi, prestate attenzione, in questi mesi più che mai, mentre transitate con le vostre auto per le strade secondarie della Provincia (4). Un po’ di cautela e di rispetto possono evitare la fine di questo sogno d’amore!

 

 

(1) - Dal 1990 è stato attivato e promosso a livello regionale il “Progetto rospi” a tutela delle trasmigrazioni stagionali degli anfibi, per la promozione di attività volte alla loro conservazione e al censimento.

(2) - In base ai dati raccolti dalla Regione Lombardia per il “Progetto rospi”, si stima che ogni anno il traffico automobilistico travolga sulle strade della Lombardia oltre un milione di esemplari adulti di anfibi, mettendone a serio rischio la sopravvivenza.

(3) - Le barriere sono costituite da teli in polietilene sostenuti da picchetti in ferro, con o senza secchi-trappola. Dai dati raccolti nell’ambito del “Progetto rospi Lombardia”, per gli anni 1990-2004 risultano in tal modo essere stati salvati ben 989.583 anfibi, appartenenti a undici specie diverse.

(4) - Indico di seguito le località in Provincia di Varese dove sono attivi i programmi di salvataggio degli anfibi rientranti nel “Progetto Rospi Lombardia”; per ogni eventuale ulteriore informazione o approfondimento, contattare il sito www.parchi.regione.lombardia.it  alla voce “G.E.V.”, “varie”, “Progetto Rospi Lombardia”.

- SP 21 Località Cava (CISLAGO);

- Località Rogorella (BODIO LOMNAGO)

- Brinzio (BRINZIO, Parco Campo dei Fiori)

- SP 37 per Mozzate presso discarica (GORLA MAGGIORE)

- Località Le Lische (MESENZANA)

- Cavagnano  (CUASSO AL MONTE)

- Località  Pralugano, SP 11, tra Ganna e Bedero Valcuvia  (VALGANNA)

- Località Cantine,  SP 61, Lungolago sudoccidentale Ceresio  (LAVENA PONTE TRESA)

- Frazione Lentate, Casale Torbiera, strada per Osmate (SESTO CALENDE)

- Località Ronco di Gornate Olona (GORNATE OLONA) strada per Carnago

- Località Ronco di Besozzo (BESOZZO).

  

Tutte le foto

  

Autore Sara Sinigaglia

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
   
 
 
 
   
 
 
 
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

Pino Farè fare.pino@alice.it