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Paradiso della Bevera

Il paradiso della Bevera

 

 

Le ultime settimane hanno visto alla ribalta della cronaca di giornali e agenzie la possibilità che durante l’estate che si sta affacciando vi possano essere problemi con l’approvvigionamento idrico.

 

Chi ha seguito gli aggiornamenti delle news sul sito avrà sicuramente notato che, come sempre, assistiamo ad un palleggio di responsabilità tra diversi enti,  amministrazioni ed altri attori.

Non voglio inserirmi in nessun modo in questa “partita”, ma tutto questo “parlare” di acqua mi ha messo per così dire “sete” di conoscenza, come nel nostro stile.

 

Quello che sto per proporvi è un itinerario un po’ “anomalo” rispetto a quelli presentati fino ad oggi. Non esiste infatti una meta vera e propria da raggiungere, ma questa volta andremo a “cercare l’acqua” o meglio ci avventureremo in una delle zone dove viene captata la gran parte dell’acqua che alimenta gli acquedotti di Varese e non solo.

La valle della Bevera si presenta come laterale di quella del fiume Olona. Inizia nella zona oggi famosa per la presenza di un noto centro commerciale nella fascia orientale di Varese e forma un profondo arco, incuneandosi nel più ampio comprensorio della Val Ceresio fino all’abitato di Velmaio, nel comune di Arcisate (VA), interessando anche Cantello e Viggiù.

Il percorso è praticamente pianeggiante: cammineremo per qualche chilometro in un ambiente completamente estraneo alla urbanizzazione che caratterizza le nostre aree metropolitane e seguiremo il percorso del Torrente Bevera fino al laghetto di pesca sportiva denominato “Laghetto delle Betulle”.

Possiamo raggiungere il punto di partenza in auto, percorrendo Via Ca’ Bassa, una laterale di Via Peschiera che si raccorda con Via Varese nel comune di Cantello. Troveremo facilmente parcheggio in corrispondenza della zona industriale.

 

Supereremo a piedi il ponticello che attraversa il torrente Bevera, terremo la sinistra e proseguiremo fino a trovare una strada sterrata che si inoltra in un piccolo bosco.

Saranno la sporcizia, le macerie e altro materiale di scarto abbandonato ai lati a farci identificare in modo inequivocabile la strada da percorrere. Purtroppo la cattiva abitudine di abbandonare rifiuti nei boschi trova qui uno dei peggiori esempi.

Proseguendo incontreremo profonde buche,  ampie pozzanghere e ci lasceremo sulla destra quello che rimane di una cava di sabbia e dei suoi impianti per la lavorazione del materiale.

 

 

 Fin da subito l’impressione di essere in un altro mondo comincerà a farsi sempre più percettibile.

Dopo l’attraversamento di un ulteriore ponte incontriamo il rudere di quello che probabilmente doveva essere un mulino mosso dall’energia di uno dei tanti corsi d’acqua che disegnano questa valle.

Incontreremo presto strutture protette da alte recinzioni e qui sono evidenti i segni della presenza di impianti industriali (cabine elettriche, palificazioni, tubature ecc.).- Si tratta delle stazioni di pompaggio delle acque raccolte dai numerosi captatori che ad una attenta osservazione inizieranno ad apparire a ridosso delle pareti che limitano questo paradiso.

Il fondo della valle è formato da prati umidi, solcati da numerosi rigagnoli di acqua pura. Le praterie si affacciano sul torrente che raccoglie le acque che sgorgano da numerose sorgenti e zone umide sparse lungo tutto il percorso.

 

Le pareti scoscese che delimitano questa area sono ricoperte da boschi formati prevalentemente da robinie, spesso appaiono tratti quasi verticali che rivelano la genesi morenica di questa valle, confermata anche dal profilo a “U” caratteristico delle valli glaciali. L’abbondanza di acqua rivela un fenomeno di affioramento della falda che raccoglie le acque meteoriche cadute sui vicini monti prealpini.

 

E’ questo il motivo per il quale qui sono numerosissimi captatori e pozzi che raccolgono l’acqua fino al bacino di accumulo nel quale vengono effettuati i trattamenti di igienizzazione e filtraggio meccanico e quindi il sollevamento.

Nei torrenti si possono ancora trovare i gamberi e pesci e ciò indica che siamo in una piccola oasi circondata purtroppo anche da  corsi d'acqua non proprio puliti.

 

 

Se ci si ferma ad ascoltare il silenzio di questi luoghi si rimane incantati: i pochi e deboli suoni che riusciamo a percepire raccontano di acqua che scorre, del canto degli uccelli, del vento che muove rami e foglie.

La valle nella sua parte finale si apre favorendo l’esposizione al sole anche nella stagione invernale.  Fanno capolino dall’alto poche case,apparse per incanto sopra di noi: si tratta dell’abitato di Velmaio, un piccolo borgo nel comune di Arcisate.

 

Il percorso prosegue lungo il torrente e ci porta a lambire nuovi captatori ed estese zone umide, quasi sempre allagate. La vegetazione è fitta e rigogliosa, l’ambiente ricco di umidità favorisce lo sviluppo di una spessa coltre di muschio che ricopre e camuffa rami e tronchi caduti al suolo.

Terminiamo la nostra evasione quando raggiungiamo un piccolo lago adibito a pesca sportiva.

Non sono rari in quest’area gli incontri con gli anfibi, sempre presenti nelle zone umide. Personalmente mi è capitato di trovare una femmina di fagiano con i piccoli che simulava una frattura ad un’ala per distogliermi dai suoi pulcini: evidentemente mi considerava un predatore o un potenziale pericolo.

 

In periodo invernale ho visto anche un cacciatore con il suo cane, ma mi piace pensare che la doppietta sia in realtà una scusa per poter percorrere lentamente, in una giornata di sole, i prati dorati di questo paradiso incantato ad un passo da casa.

Al ritorno ci rimarranno il ricordo della grande pace che pervade questi luoghi, il profumo di erba, fiori ed acqua che scorre tutto intorno a noi.

 

 

 

 

 

La vicinanza alle case e alle strade che percorriamo quotidianamente fanno di questo itinerario una splendida occasione per fare quattro passi, chiacchierare con amici e persone care: regaleremo loro un piccolo paradiso, nemmeno troppo nascosto e sicuramente inaspettato. Proseguendo lungo la strada sterrata ci capiterà di incontrare alcune arnie e addentrandoci nel bosco vedremo altri impianti di raccolta delle acque e una zona umida di fondo valle che conduce allo stesso laghetto di pesca sportiva indicato prima.

 

 

Qui ritorneremo  nuovamente al mondo civile con strade e auto di pescatori.

L’impressione di aver attraversato un mondo a parte camminando piano lungo la valle pianeggiante della Bevera sarà ancora più evidente.

 

L’invito è quello seguire con calma questo itinerario: l’ambiente favorisce il rilassamento e le chiacchiere, fermiamoci però di tanto in tanto a sentire la voce di questo luogo incantato.

 

 

 

Autore: Pino Farè

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
   
 
 
 
   
 
 
 
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

Pino Farè fare.pino@alice.it