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bosco di frutti

Un bosco di frutti (di bosco)

 
 

Se penso alla mia infanzia le immagini che mi scorrono davanti sono quelle di un ragazzino che cammina nel mezzo della strada ciottolata tornando da scuola e che costeggia un bosco ricamato di funghi chiodini in autunno. La frutta era sempre fresca, raccolta direttamente dalle piante, qualche volta anche da quelle del vicino. Il mio parco giochi, condiviso con una piccola orda di coetanei, erano boschi, prati, immensi roveti, torrenti (maleodoranti), fontane e sorgenti popolate da rane, orbettini e natrici. Un piccolo masso erratico ci faceva da panchina e tavolo vicino all’immancabile campetto da cal-cio strappato alle stoppie di un terreno non più coltivato.

 

Questo mondo che oggi può apparire quasi bucolico ha lasciato in chi scrive una confidenza e un profondo rispetto per quello che oggi mi piace paragonare ad un corpo armonico e vivente: il bosco.

 

Nei tanti ricordi quello che più mi piace riportare a galla e che spesso ritorna assolutamente reale è la straordinaria disponibilità di “frutti” che il bosco mi ha sempre offerto. Anche oggi mi piace pensare che siano un regalo in cambio della cura e del rispetto che ho sempre cercato di avere quando mi ci sono addentrato. Mi riferisco a tutto ciò che piu in generale chiamiamo “frutti di bosco”, ma che comprendono una grande varietà di altri “doni”, spesso singolari.

 

In queste poche righe è racchiuso l’invito a visitare i boschi cosi abbondanti e rigogliosi nelle nostre Prealpi, a rispettarli e conservarli: ne avremo in cambio tanti preziosi frutti.

 

La primavera è la stagione più feconda anche per la straordinaria abbondanza di “regali” che ci offre, anche se fino ad autunno inoltrato il bosco è sempre molto generoso.

 

Le fragole di bosco, quelle buone hanno i fiori bianchi, stanno fiorendo in abbondanza e presto ci daranno i loro rossi e gustosi frutti.

Le robinie sono coperte da grappoli di splendidi fiori bianchi, dal dolce profumo e densamente frequentati da laboriose api. Se stacchiamo delicatamente uno di questi piccoli scrigni candidi e stringiamo leggermente la parte terminale del fiore tra le labbra potremo condividere con gli insetti il prezioso nettare che vi è contenuto.

 

Quelli che tempo fa abbiamo considerato pennellate di bianco nei boschi primaverili si trasformeranno presto in numero-sissime e rosse cilie-ge selvatiche. Se osserviamo tra la vegetazione non faticheremo sicuramente a trovarne piante colme. Non potremo certo competere con gli uccelli nella raccolta dei frutti ma approfittiamo per assaggiarli e gustare il singolare sapore, spesso non troppo dolce, sicuramente aromatico. Mio padre chiamava queste ciliege “giandulit”. Infatti la polpa è poca rispetto al seme contenuto e costringe chi le mangia a “ruminare” un po’ per gustarne a pieno il sapore.

I prati, soprattutto quelli più assolati, sono dipinti di fiori variopinti.

Quando sopra le corolle si ergono pennacchi purpurei, sostenuti da lunghi steli, allora siamo davanti a quella che si chiama “erba cucca” o “pancucco” e se mordia-mo delicatamente tra i denti la parte più carnosa dello stelo ne potremo succhiare l’acqua contenuta dal sapore leggermente aspro e aromatico, un modo singolare per dissetarsi.

In questo periodo i rovi sono abbelliti da piccole rose bianche o lilla e tra qualche settimana appariranno i frutti prima rossi e poi sempre più scuri: le more all’inizio della calda estate saranno ormai mature e dolci, spesso così numerose da consentirne copiose raccolte. Il loro sapore dolcissimo, se ben mature, consente oltre al consumo diretto anche la preparazione di squisiti dolci o confetture.

Ormai nei nostri boschi sono rari ma nelle pinete attorno agli 800 metri di quota i mirtilli tappezzano interi tratti del sottobosco. Possiamo raccogliere questi piccoli e numerosissimi frutti con le mani senza l’ausilio di rastrelli, dannosi per le piante e spesso proibiti.

Nelle stesse zone ci appariranno in piccoli grappoli i rossi lamponi, il loro sapore dolcissimo è accompagnato da un profumo inconfondibile. Non potremo confonderli con le more acerbe, le quote alle quali rovi e lamponi crescono non coincidono.

In tarda estate faran-no capolino nei boschi e nei prati una miria-de di funghi, anche se sono poche le varietà raccolte degli appassionati cercatori il vero regalo è la loro presenza, spesso colorata come nelle fiabe della nostra infanzia. Le loro forme bizzarre dei funghi spesso trasformano i boschi in luoghi incantati.

Ad inizio autunno sono le nocciole a far capolino tra le foglie, quando il loro colore vira dal verde al marroncino chiaro. Osserviamo anche a terra, se ne trovano molte e sono ottime anche se cadute. Ci contenderemo questo prezioso frutto con ghiri e scoiattoli sempre presenti nei boschi di noccioli e castagni.

A concludere la serie numerosissima di regali arrivano le castagne, la grande abbondanza di questo frutto darà la possibilità a chiunque vorrà di sfruttare l’occasione della loro raccolta per visitare i boschi con i loro splendidi colori caldi dell’autunno.

Concludo sottolineando che, fatta eccezione per i pochi mesi invernali, i frutti del bosco ci invitano in continuazione ad approfittare della loro abbondante presenza.

 

Approfittiamo di questa opportunità, regaliamo ai nostri figli e a noi stessi un parco giochi meraviglioso che si è conservato spesso intatto negli anni, impariamo a giocare con la natura,  a far fischiare l’erba e le coppette delle ghiande, a contare quante volte il cuculo ripete il suo richiamo, a seguire le api nel loro operoso lavoro, a lanciare le pigne con un ramo secco raccolto a terra. Se ci fermeremo in silenzio potremo ascoltare il ronzio incessante di una infinita nube di insetti che vola sopra le fronde delle piante più alte.

 

Il bosco in cambio di tutela e rispetto ci regalerà sempre tanti preziosi frutti e ascoltare il suo silenzio riempie di serenità.

 

Autore Pino Farè

 

La foto del fungo è di Sara Sinigaglia

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
   
 
 
 
   
 
 
 
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

Pino Farè fare.pino@alice.it