bosco di frutti |
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Se penso alla mia
infanzia le immagini che mi scorrono davanti sono quelle di un ragazzino che
cammina nel mezzo della strada ciottolata tornando da scuola e che costeggia un
bosco ricamato di funghi chiodini in autunno. La frutta era sempre fresca,
raccolta direttamente dalle piante, qualche volta anche da quelle del vicino.
Questo mondo che oggi può apparire quasi bucolico ha lasciato in chi scrive una confidenza e un profondo rispetto per quello che oggi mi piace paragonare ad un corpo armonico e vivente: il bosco.
Nei tanti ricordi quello che più mi piace riportare a galla e che spesso ritorna assolutamente reale è la straordinaria disponibilità di “frutti” che il bosco mi ha sempre offerto. Anche oggi mi piace pensare che siano un regalo in cambio della cura e del rispetto che ho sempre cercato di avere quando mi ci sono addentrato. Mi riferisco a tutto ciò che piu in generale chiamiamo “frutti di bosco”, ma che comprendono una grande varietà di altri “doni”, spesso singolari.
In queste poche righe è racchiuso l’invito a visitare i boschi cosi abbondanti e rigogliosi nelle nostre Prealpi, a rispettarli e conservarli: ne avremo in cambio tanti preziosi frutti.
Le robinie sono coperte da grappoli di splendidi fiori bianchi, dal dolce profumo e densamente frequentati da laboriose api. Se stacchiamo delicatamente uno di questi piccoli scrigni candidi e stringiamo leggermente la parte terminale del fiore tra le labbra potremo condividere con gli insetti il prezioso nettare che vi è contenuto.
I prati, soprattutto
quelli più assolati, sono dipinti di fiori variopinti.
Quando sopra le corolle si ergono pennacchi purpurei, sostenuti da lunghi steli, allora siamo davanti a quella che si chiama “erba cucca” o “pancucco” e se mordia-mo delicatamente tra i denti la parte più carnosa dello stelo ne potremo succhiare l’acqua contenuta dal sapore leggermente aspro e aromatico, un modo singolare per dissetarsi.
In questo periodo i rovi
sono abbelliti da piccole rose bianche o lilla e tra qualche settimana
appariranno i frutti prima rossi e poi sempre più scuri: le more all’inizio
della calda estate saranno ormai mature e dolci, spesso così numerose da
consentirne copiose raccolte. Il loro sapore dolcissimo, se ben mature, consente
oltre al consumo diretto anche la preparazione di squisiti dolci o confetture. Ormai nei nostri boschi sono rari ma nelle pinete attorno agli 800 metri di quota i mirtilli tappezzano interi tratti del sottobosco. Possiamo raccogliere questi piccoli e numerosissimi frutti con le mani senza l’ausilio di rastrelli, dannosi per le piante e spesso proibiti.
In tarda estate faran-no capolino nei boschi e nei prati una miria-de di funghi, anche se sono poche le varietà raccolte degli appassionati cercatori il vero regalo è la loro presenza, spesso colorata come nelle fiabe della nostra infanzia. Le loro forme bizzarre dei funghi spesso trasformano i boschi in luoghi incantati.
Ad inizio autunno sono le nocciole a far capolino tra le foglie, quando il loro colore vira dal verde al marroncino chiaro. Osserviamo anche a terra, se ne trovano molte e sono ottime anche se cadute. Ci contenderemo questo prezioso frutto con ghiri e scoiattoli sempre presenti nei boschi di noccioli e castagni. A concludere la serie numerosissima di regali arrivano le castagne, la grande abbondanza di questo frutto darà la possibilità a chiunque vorrà di sfruttare l’occasione della loro raccolta per visitare i boschi con i loro splendidi colori caldi dell’autunno.
Approfittiamo di questa
opportunità, regaliamo ai nostri figli e a noi stessi un parco giochi
meraviglioso che si è conservato spesso intatto negli anni, impariamo a giocare
con la natura, a far fischiare l’erba e le coppette delle ghiande, a contare
quante volte il cuculo ripete il suo richiamo, a seguire le api nel loro operoso
lavoro, a lanciare le pigne con un ramo secco raccolto a terra. Se ci fermeremo
in silenzio potremo ascoltare il ronzio incessante di una infinita nube di
insetti che vola sopra le fronde delle piante più alte.
Il bosco in cambio di tutela e rispetto ci regalerà sempre tanti preziosi frutti e ascoltare il suo silenzio riempie di serenità.
Autore Pino Farè
La foto del fungo è di Sara Sinigaglia
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Pino Farè fare.pino@alice.it |