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Ganna Pralugano

Da Ganna a Pralugano

 

Vi raccontiamo in questa pagina di un singolare luogo che nel breve volgere di un’ora ci porta dalla primavera di questi giorni ormai caldi e luminosi alle atmosfere di un inverno che stenta a abbandonare i suoi rigori.

 
 
 
 

 
 
 
 

Siamo in Valganna, nel paesino di Ganna e ci accingiamo a percorrere un breve itinerario che dalla Badia ci porta a lambire la palude fino ad arrivare quasi all’abitato di Bedero.

 

Potremo lasciare la nostra auto nelle prossimità del famoso luogo di culto dedicato a San Gemolo e avviarci in direzione di Bedero: incontreremo una strada rurale che ci guida verso il versante a Nord-Est della Martica delimitando una vasta zona umida che sarà la nostra meta.

 
 
 
 
 
 
 
 

Non tarderemo a incontrare quello che resta di campi coltivati e di muri a secco che delimitavano prati ed orti.

In prossimità di un ponticello in legno vedremo alcuni grandi pannelli posizionati dal Parco Campo dei Fiori e potremo così identificare in modo preciso il sentiero che percorreremo costeggiando la palude.

Dopo pochi passi svolteremo verso destra, troveremo ben presto alcune indicazioni che ci illustreranno le caratteristiche peculiari di questa straordinaria zona umida. I popolamenti del bacino, arbusti ed erbe, costituiscono un habitat davvero straordinario.

Noi lo abbiamo visitato a cavallo tra il mese di febbraio e marzo, dalle immagini noterete la presenza di un sottile strato di ghiaccio ancora presente sul poco profondo specchio d’acqua che si apre al centro della palude.

 
 
 
 
 

 

 
 
 
 

Abbiamo incontrato anche una piccola risorgiva lungo il nostro percorso: questa è una delle sorgenti che alimentano il bacino, qui l’acqua non ghiaccia e dà l’impressione di essere assolutamente pura.

Lungo il largo e comodo sentiero abbiamo incrociato numerosi amanti della mountain bike, ma anche un  centauro in sella ad uno splendido cavallo, loro come noi amano il contatto con una natura che qui dà veramente l’impressione di essere stata poco condizionata dall’uomo se non in epoche remote.

 

Nei punti più umidi nonostante il clima ancora rigido di questo scorcio di Valganna, abbiamo incontrato molti bucaneve, alcuni a conferma del loro nome proprio a ridosso del manto bianco che nelle zone piu ombreggiate e fredde resiste all’incalzare della primavera.

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 

Il soffice manto erboso presenta in alcuni punti i segni inconfondibili del passaggio dei cinghiali che, alla ricerca di radici o tuberi commestibili, “arano” il terreno con la loro possente dentatura e con le zampe. Tra i boschi di quercia si nascondono sicuramente anche le volpi, presenza quasi familiare e da noi documentata qualche mese fa (http://www.webalice.it/fare.pino/video/rospi%20volpi.html) Durante la nostra escursione ci siamo limitati a constatare la presenza di questo canide grazie alle borre ritrovate su alcuni sassi lungo il percorso.

 
 
 
 
 

 
 
 
 

Siamo ormai giunti nella zona del Pralugano, gli spazi ampi che si aprono al termine del nostro itinerario, ormai a ridosso dell’abitato di Bedero Valcuvia, favoriscono anche la presenza degli ungulati, non più così rari come un tempo grazie anche all’effetto parco e alla assenza di grandi predatori, fatta eccezione dell’uomo che anche in questi luoghi pratica il bracconaggio (Varese news http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=51247 ).

 
 
 
 

 
 
 
 

Gli ultimi passi si snodano sulla neve che ricopre ancora il terreno con un sottile manto. Se alziamo lo sguardo potremo già ammirare il primo verde che fa capolino sull’altro versante della valle, esposto al sole. A conferma della singolarità di questo luogo passiamo dall’inverno alla primavera con il breve volgere di uno sguardo.

 
 
 
     
 

Pino Farè fare.pino@alice.it