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Folco Quilici

Intervista a Folco Quilici

 

Intervista a Folco Quilici documentarista, scrittore, fotografo e naturalista

 

E' impossibile condensare in poche righe la figura di Folco Quilici. Chi desidera leggere la biografia di questo straordinario poeta, che racconta la scienza e la natura troverà quanto desidera sul sito  www.folcoquilici.com

Prima di proporvi l'intervista voglio ringraziare Folco Quilici per la splendida chiacchierata, per la simpatia  la cortesia e la disponibilità dimostrata.

 

Roma maggio 2007

 

 

Vorrei  da Lei una testimonianza che riguarda il mare Mediterraneo, per sentire, da una persona che l’ha frequentato per molti anni, se effettivamente è cambiato .

 

Non è una domanda che si risolve in un secondo e con poche righe perché è vero tutto e il contrario di tutto.

Il Mediterraneo è una realtà talmente complessa che non si può dare un giudizio sul "Mediterraneo”. Ci sono ormai zone straordinariamente protette, altre molto danneggiate, in alcune avvengono vere e proprie piraterie con la pesca, altre ancora dove la pesca è molto regolata, è un enorme mosaico di situazioni che vanno dalla peggiore alla migliore dei mari del mondo.

Ogni zona ha una sua storia, è una immensa scacchiera, dove ogni quadretto non è uguale all’altro, ma anche a distanza di mezzo miglio. Dove sfocia ancora la vecchia fogna di Cuma (Pozzuoli, NA n.d.r.) di età romana, esce quanto di peggio ci si può immaginare, eppure trecento metri al largo l’acqua è purissima, dipende dai giorni e dal vento perchè il mare è un grande purificatore.

Però ci sono sostanze, che non sono quelle che ci da fastidio vedere, molto  più velenose  e pericolose.

C’è poi il massacro della pesca che è un problema mondiale, è pazzesco. L’Italia è nello stesso tempo vittima e complice. Anche quello della pesca è un problema gravissimo perchè qui vengono a pescare tutti, non abbiamo nessuna possibilità di bloccare queste forme di pirateria, con le tonnare volanti, ormai c’è di tutto, e quindi il problema è molto grave

 

In questi anni c’è stato un incremento nel numero di  persone che vanno sott’acqua per turismo, è un bene o un male? L’attività subacquea e meglio oggi o, come era qualche anno fa,  quando questo sport era più complicato e meno frequentato?

 

Qualche anno fa era un disastro perchè la subacquea significava strage, il 99 % sei sub andavano sott’acqua per sparare (io no) e hanno svuotato il Mediterraneo e gli altri mari ad esempio dalle cernie e dalla fauna stanziale, quindi la subacquea è stata dannosissima da un punto di vista della fauna.

La conoscenza nel mare e l’archeologia sono state molto aiutate, l’archeologia subacquea è nata per merito dei subacquei che non erano neanche degli specialisti.

Adesso, se Dio vuole, che tutto è molto più regolato, non si può pescare con le bombole e anche chi pesca ha delle limitazioni. Specialmente i più giovani non ci pensano proprio ad andare sott’acqua con il fucile, sono rimasti pochi fanatici quindi fortunatamente adesso sott’acqua c’è più sicurezza, si va con i diving, i diving sono i regolatori assoluti di tutta questa crescita straordinaria di appassionati del mondo subacqueo e speriamo che siano sempre di meno gli isolati. Gli isolati sono un pericolo per loro stessi e anche per l’ambiente, perchè se vanno per conto loro vanno a fare qualche pasticcio.

 

Mi riallaccio a quello che lei ha detto, la scuola, e intendo quella normale ma anche quella subacquea, ha un valore, un peso rispetto a questa educazione?

 

Ha una importanza fondamentale, anzi, speriamo che l’Italia diventi come tanti altri paesi dove veramente se non hai un certificato sott’acqua non ci vai , come guidare l’automobile se non hai la patente, nove paesi su dieci sono diventati severissimi, da noi c’è ancora una discreta anarchia.

 

Parliamo di Folco Quilici, lei scrive romanzi perchè è un modo più leggero di raccontare la natura o è una passione che ad un certo punto della vita si ha il coraggio di palesare?  

 

Io non la vedo questa separazione netta perché, per un verso, adesso sto scrivendo un libro che è completamente di cose vissute “Mare Mare” che uscirà a settembre. Sono tutte storie della mia vita, reali non romanzate, racconto sia queste storie  che i romanzi, io non vedo tra loro un abisso, a me piace scrivere e attraverso la scrittura raccontare dei personaggi, degli ambienti e far conoscere, per lo meno con “sette continenti”  e i primi libri, tra i primi il mondo del mare. Io spessissimo ho alternato il fatto narrativo al fatto documentario, vede nei cinque libri dell’archeologia subacquea tutta la parte tra virgolette tecnica subacquea, archeologica, storica è precisa come se fosse un libro di saggistica, con dei personaggi dentro. Nei racconti veri io narro dei personaggi che sono reali ma che sembrano usciti da un romanzo e quindi non sento mai un abisso tra  i due generi.

 

Non ho il coraggio di chiederle quante immersioni ha fatto perché probabilmente ne avrà perso il conto, domani mattina quando andrà in mare cosa va a cercare e cosa trova soprattutto?

 

Avendone fatte tante tante tante in tanti mari e avendo fatto tante cose adesso, da un paio d’anni, vado sott’acqua se mi dicono che c’è da vedere o da  gustare qualcosa di veramente interessante, quindi soprattutto sono fatti archeologici. Non vedo l’ora di andare alle Egadi a vedere un impianto televisivo subacqueo fisso che hanno realizzato su un campo di anfore a 40 metri, per permettere di vedere a tutti com’è un campo d’anfore, anche a chi ci va in barca o in acqua portato dai diving.

Mi interessano queste novità, andare sott’acqua per puro divertimento no, mi fa abbastanza fatica insomma.

 

Io spero ci si possa incontrare ci si possa vedere magari anche sui nostri laghi.

 

Ma sa che io le prime immersioni che ho fatto, (durante la guerra da ragazzino ero sfollato vicino a Bergamo), con la maschera anti gas legata con il nastro isolante, che durava prima di riempirsi d’acqua mezzo minuto al massimo, sono state nel fiume Brembo e nel lago di Lecco

Noi abbiamo fatto varie immersioni nel lago di Bolsena, che ha acque limpidissime e anche riprese perché ci sono resti dei villaggi su palafitte. Sul fondo si trovano sempre cose da raccogliere, è stato infatti realizzato un museo proprio li sul lago. Ogni volta che si va sotto si trova qualcosa di interessante.

 

La ringrazio moltissimo per la sua gentilezza,

 

Per carità è stato un piacere

 

Grazie a Mario Romor e ad Egidio Trainito per avermi aiutato a contattare Folco Quilici, a Monica per la cortesia e la pazienza.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
       
 

Pino Farè fare.pino@alice.it